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L'urlo di Frida



Viva la vida! è l'urlo disperato di Frida alla Pelona, la morte che più volte tenta di strapparla a quella vita a cui lei si aggrappa con una forza inaudita. 
Viva la vida è un monologo toccante, in cui Pino Cacucci ripercorre i patimenti di una delle figure più controverse della cultura messicana.
Donna e artista dall'esistenza travagliata, a soli 18 anni fu vittima di uno spaventoso incidente che cambiò drasticamente la sua vita e il suo corpo. 
Le sofferenze causate da quella tragedia riemergono sistematicamente nei molteplici autoritratti, dove la sua fisicità e la sua femminilità appaiono martoriate da atroci tormenti. 
Frida fu non solo un'affermata pittrice, ma anche un'appassionata amante: la sua controversa storia d'amore con Diego Rivera, anch'egli indiscusso protagonista della scena pittorica messicana, resta una delle pagine più struggenti della sua vita. Diego fu il maestro, l'uomo che la amò, ricambiato, il compagno di lotta politica. La Casa Azul di Coyoacan, dove trascorsero gli anni della loro convivenza, è oggi un museo dove Diego ebbe cura di conservare numerose opere della pittrice, e dove insieme accumularono reperti precolombiani, collezioni etnografiche. Oggi insieme a questo immenso patrimonio, si possono trovare anche numerose lettere e scritti dei tanti amici di Frida e Diego, come Marcel Duchamp e Yves Tanguy, solo per citarne alcuni. 
La casa museo, a circa 20 minuti dal centro di Città del Messico, è una tappa imperdibile per chi si reca nella capitale: Casa Azul non è solo un luogo dell'arte, ma anche un luogo dell'anima.


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